L’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) ha reso disponibili i dati i risultati del Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni 2022.
La configurazione territoriale e amministrativa utilizzata fa riferimento alla data del 31.12.2022.
A COSA SERVE IL CENSIMENTOL’elevato grado di dettaglio dei dati raccolti e la ricchezza delle informazioni che il Censimento rileva sul Paese consentono analisi puntuali e approfondite delle caratteristiche demografiche, sociali ed economiche della popolazione, che non sarebbero fattibili usando altre fonti o ricorrendo a rilevazioni campionarie. Come un gigantesco scanner, il Censimento passa in rassegna famiglie, individui, abitazioni, quartieri, frazioni, comuni, province, regioni, fotografando la situazione d’insieme, ma anche i dettagli che la compongono in tutte le sfaccettature. Una mole di informazioni e dati necessari alla governance del Paese per le decisioni da prendere e gli interventi da realizzare a livello centrale e locale, ma anche ai singoli cittadini per scelte di carattere individuale.
Il numero della popolazione legale fissato dal Censimento in ciascun Comune è necessario sia a fini giuridici che elettorali per ripartire i seggi nelle elezioni europee, politiche e amministrative. Ma, oltre all’aggiornamento dell’anagrafe, i dati censuari servono alle amministrazioni comunali per realizzare reti di trasporto idonee, localizzare ospedali, farmacie, servizi sanitari specifici, scuole. Inoltre, le informazioni del Censimento sono utilizzate da istituzioni e ministeri: la Protezione civile, ad esempio, usa i dati sugli edifici per valutare i rischi sismici, così come quelli sulla popolazione residente per predisporre piani di evacuazione efficaci. I dati che descrivono la distribuzione dei cittadini sul territorio aiutano le autorità competenti a programmare un più corretto rapporto con l'ambiente e un uso sostenibile delle risorse.
Il Censimento, inoltre, fornisce informazioni utili a imprese, parti sociali, associazioni di categoria, organizzazioni di volontariato per programmare e pianificare attività e progetti, offrire servizi ai cittadini italiani e stranieri che vivono in Italia, monitorare politiche e interventi sul territorio, migliorare la competitività. I dati censuari sono utilizzati anche dalla ricerca scientifica e costituiscono la base necessaria per realizzare rilevazioni statistiche. L’armonizzazione dei quesiti e la quasi contemporaneità della rilevazione in tutti i Paesi del mondo consentono confronti internazionali utili a promuovere e stimolare decisioni e progetti migliori per i singoli Stati.
Infine, il Censimento rappresenta la memoria storica del nostro Paese: decennio dopo decennio accumula un patrimonio informativo insostituibile che racconta i cambiamenti e le evoluzioni della società. Uno strumento fondamentale per svelarci ciò che eravamo, ciò che siamo e che saremo. Per questa ragione è importante compilare e restituire il questionario: non è solo un dovere stabilito dalla legge, ma un contributo indispensabile alla conoscenza.
IN ITALIA E IN TOSCANA
Al 31 dicembre 2022 in Italia risiedono 58.997.201 persone, il 48,8% sono uomini, il 51,2% sono donne. La flessione della popolazione si mantiene contenuta grazie alla dinamica positiva della popolazione straniera. Gli stranieri censiti sono 5.141.341 (+2,2% rispetto al 2021), con un’incidenza sulla popolazione residente dell’8,7%.
I residenti in Toscana sono 3.661.981, di cui il 51,5% donne. Gli stranieri censiti sono 415.190 (11,3%). Provengono da 175 Paesi, in prevalenza da Romania (17,6%), Cina (16,2%), Albania (13,6%) e Marocco (6,7%).
Quasi la metà della popolazione risiede nella provincia di Firenze (27,0%) e nelle province di Pisa (11,4%) e Lucca (10,4%). Le altre sette province ospitano il 51,2% dei residenti; le meno popolose della regione sono Massa-Carrara, con il 5,1%, e Grosseto, con il 5,9%.
La popolazione toscana presenta una struttura per età più anziana rispetto al totale del Paese, come emerge dal profilo delle piramidi delle età sovrapposte (figura 1).
Il saldo naturale nella regione conferma la dinamica sfavorevole in corso, caratterizzata da un eccesso dei decessi (48.903) sulle nascite (21.610).
In Toscana, come nel resto del Paese, si registra il nuovo record minimo delle nascite, con una riduzione di quasi 7mila nati rispetto all’inizio millennio. Si osserva un trend negativo del tasso di natalità, che passa dal 6,1 per mille del 2021 al 5,9 del 2022, risultando inferiore alla media nazionale (6,7 per mille abitanti). A livello provinciale il maggiore decremento si registra ad Arezzo (da 6,5 a 6,0 per mille), a Prato (da 6,2 a 5,7 per mille) e a Lucca (da 5,9 a 5,4 per mille) mentre Massa-Carrara, come anche nel 2021, presenta il valore più basso a livello regionale (5,2 per mille).
Il tasso migratorio con l’estero, ovvero la differenza tra il numero degli iscritti ed il numero dei cancellati dai registri anagrafici per trasferimento di residenza con l’estero rapportata all’ammontare medio della popolazione residente (6,1 per mille) si mantiene sopra la media nazionale (4,4): in crescita in tutte le province rispetto al 2021, oscilla tra il 3,8 per mille di Massa Carrara e il 9,6 per mille di Prato che, assieme a Firenze (6,9 per mille), conferma la propria vocazione di area più attrattiva della regione.
Rispetto a quella italiana, la popolazione straniera presenta una distribuzione per età più giovane, evidenziata da bassi valori degli indici di dipendenza strutturale (29,5 contro 65,9 dei cittadini italiani) e di vecchiaia (42,9 contro 259,9 degli italiani). Le variazioni interprovinciali di questi indicatori, così come l’eterogenea incidenza della popolazione femminile rispetto a quella maschile, dipendono dalla diversa caratterizzazione del fenomeno migratorio, dal carattere individuale o familiare, dalla durata del percorso migratorio, dalle cittadinanze prevalenti, più o meno inclini all’acquisizione della cittadinanza italiana.
I residenti stranieri di cittadinanza cinese e albanese presentano in Toscana una più alta concentrazione rispetto alle percentuali nazionali, mentre le quote sono inferiori per le cittadinanze rumena, marocchina e ucraina (figura 2).
Nella provincia di Prato, in particolare, la popolazione straniera residente è prevalentemente cinese: con 35.205 unità corrisponde al 63,1% degli stranieri residenti nella provincia e al 52,3% della popolazione cinese residente in Toscana.
Maggiori informazioni nel documento "Toscana Focus 2022" scaricabile in fondo alla pagina.
UNO SGUARDO SU POGGIO: LA POPOLAZIONE
►La popolazione residente a Poggio a Caiano ammonta a 9.929 residenti; 27 in meno rispetto al 2021, 213 in meno rispetto al 2020, 37 in meno rispetto al 2019, 115 in meno rispetto al 2018. La tendenza, apparentemente in diminuzione, in realtà negli ultimi due anni sembra essersi stabilizzata.
►Le donne sono il 51,10% della popolazione residente poggese. Come sempre, la prevalenza della componente femminile è progressivamente maggiore man mano che cresce l’età, per via della maggiore longevità femminile.
►La popolazione minorenne per fasce d’età è così suddivisa: 298 (3% della popolazione residente) fino a 4 anni; 465 (4,68%) tra 5 e 9 anni; 585 (5,89%) da 10 a 14 anni e 450 (4,53%) da 15 a 18 anni. Complessivamente, i residenti da 0 a 18 anni sono il 18,11% della popolazione; nel 2011 erano il 17,57% e nel 2001 il 17,10%.
►La popolazione anziana per fasce d’età è così suddivisa: 610 (6,14%) da 65 a 69 anni; 614 (6,18%) da 70 a 74 anni; 488 (4,91%) da 75 a 79 anni; 380 (3,83%) da 80 a 84 anni; 216 (2,18%) da 85 a 89 anni. Complessivamente, i residenti dai 65 agli 89 anni sono il 23,25% della popolazione; nel 2011 erano il 19,19% e nel 2001 il 15,96%.
►Anche da questi numeri si può notare il progressivo calo delle nascite, a fronte del costante aumento degli anziani. L’invecchiamento della popolazione è ancora più evidente nel confronto con i censimenti passati.
►Tuttavia, a differenza dell’andamento medio nella regione Toscana, in cui si è raggiunto un nuovo record di denatalità (-982 rispetto al 2021), i nati registrati a Poggio a Caiano nel 2022 sono stati 64 (+12 rispetto al 2021).
►Il rapporto di mascolinità è pari a 95,80. Ciò significa che il rapporto percentuale tra le componenti maschile e femminile della popolazione è sostanzialmente equilibrato; un valore superiore a 100 infatti indicherebbe una prevalenza del sesso maschile, mentre un valore inferiore a 100 la prevalenza di quello femminile.
►I minori fino a 4 anni costituiscono il 3% della popolazione residente, a fronte 12,9% degli anziani di 75 anni e più e del 3,34% degli anziani di 85 anni e più; di questi ultimi, il 63,55% sono donne. Questi indicatori sono in linea con la media regionale e nazionale.
►Gli stranieri/apolidi residenti sono 1.437 (14,47% della popolazione), equamente suddivisi tra maschi e femmine. Di essi, il 18,31% è di area geografica europea, il 73,74% di area asiatica, il 5,04% di area africana e il 2,23% di area americana (la classificazione è su base continentale).
►La componente straniera della popolazione è aumentata rispetto al 2018 (13,11%), ma è anche diminuita rispetto al 2020 (15,84%).
►Nel censimento 2011 gli stranieri/apolidi erano 793 (7,99%), di cui il 46,91% di area europea, il 37,33% asiatica e il 13,11% africana, con prevalenza della componente femminile. Le due componenti maschile e femminile invece nel 2022 sostanzialmente si equivalgono.
UNO SGUARDO SU POGGIO: L'ISTRUZIONE
La fascia d’età rilevata va dai 9 ai 65 anni e più.
►Il titolo di studio prevalente a Poggio a Caiano è il diploma di scuola secondaria di II grado o di qualifica professionale (33,39%), seguito dalla licenza media/diploma di scuola secondaria di I grado (32,65%) e dal diploma di tecnico superiore ITS (3,78%). Coloro che sono in possesso della sola licenza di scuola elementare si assestano al 17,39%, mentre i laureati a vario titolo sono l’8,52%.
►Interessante il confronto generazionale: mentre nella fascia d’età 25-49 anni prevale il diploma di scuola secondaria di II grado o di qualifica professionale (44,41%) seguito dalla licenza media/diploma di scuola secondaria di I grado (28,22%) e dalla laurea (14,98%), nella fascia 50-64 anni i valori sono invertiti: prevale infatti la licenza media/diploma di scuola secondaria di I grado (41,61%) seguito dal diploma di scuola secondaria di II grado o di qualifica professionale (38,87%) e dalla laurea (9,58%). Quanto ciò corrisponda effettivamente a una maggiore crescita culturale lo lasciamo al dibattito sociologico.
►Il confronto tra le componenti maschile e femminile di cittadinanza italiana appare sostanzialmente equilibrato.
►I minori nella fascia della scuola dell’obbligo (6-16 anni) sono 1.189 (11,29%); quelli nella fascia d’età 0-6 anni (prima infanzia) sono 470 (4,73%). In ambedue i casi, c’è una leggera prevalenza della componente maschile.
►Si conferma ottima l’offerta di posti nei nidi presenti sul territorio comunale a fronte del numero dei bambini in età 0-3 anni (126 su 235), ovvero ben oltre la soglia minima stabilita dall’Unione Europea del 33% (33 posti disponibili ogni 100 bambini, cd. indice di Lisbona). La provincia di Prato del resto già da tempo eccelle in questo senso a livello sia regionale che nazionale.
►Per quanto riguarda la popolazione straniera/apolide, il 42,08% dichiara di essere in possesso di un titolo equivalente alla licenza media/diploma di scuola secondaria di I grado, il 26,32% di un titolo equivalente al diploma di scuola secondaria di II grado o di qualifica professionale e il 5,67% di un titolo equivalente della laurea; da segnalare la prevalenza femminile (55,34%) nel possesso dei titoli di studio più elevati.
UNO SGUARDO SU POGGIO: L'OCCUPAZIONE
(in aggiornamento)
UNO SGUARDO SU POGGIO: LE ABITAZIONI
(in aggiornamento)
MAGGIORI INFORMAZIONI negli allegati scaricabili in fondo alla pagina e nelle seguenti pagine web:
https://www.istat.it/it/archivio/295834
http://dati-censimentipermanenti.istat.it/
https://esploradati.censimentopopolazione.istat.it/databrowser/#/
A cura dell'Ufficio Comunale di Censimento (UCC)
Responsabile UCC: Rosalba Zucco