Giorni, orari di apertura e modalità di visita
PARCO
Da martedì a domenica ore 8.15 - 17.00 (ultimo ingresso ore 16.30). Ingresso senza prenotazione.
VILLA
- Appartamenti monumentali (pianterreno e primo piano)
- Museo della natura morta (secondo piano)
Gli Appartamenti e il Museo sono visitabili separatamente da martedì a domenica. Visite accompagnate della durata di un'ora circa con ingresso ogni ora dalle 8.30 alle 15.30. Non si effettua la visita delle ore 13.30.
Prenotazione obbligatoria e gratuita al numero +39 055 877012.
Nel caso di visite consecutive si dovranno prenotare prima gli Appartamenti e a seguire il Museo.
Villa e Parco chiusi: lunedì, 1 gennaio, 25 dicembre.
Ingresso gratuito
Per ulteriori informazioni si prega di telefonare al numero +39 055 877012 negli orari di apertura della struttura o scrivere a drm-tos.poggioacaiano@beniculturali.it
Una villa... mitica!
... In guisa alor di piccola isoletta
Ombrone amante superbo Ambra cigne...
Sono versi tratti dal poemetto mitologico “Ambra”, di Lorenzo il Magnifico, la mente che sta dietro all'ambizioso progetto della sua Villa di Poggio a Caiano, tanto amata dal suo creatore da attribuire un'origine divina e mistica alla “piccola isoletta” su cui sorge.
La sua dimora, infatti, trae il nome da una ninfa, protagonista della storia raccontata nel poema prima citato, una storia di un amore tormentato tra l'impetuoso fiume Ombrone e, appunto, la giovane Ambra, devota alla dea della caccia Diana. La fanciulla era già promessa ad un altro amante, Lauro, ma un giorno, bagnatasi nelle acque di Ombrone, venne sedotta e inseguita da quest'ultimo, perché innamorato di lei a sua volta. La fuga di Ambra venne ostacolata in tutti i modi dal furioso fiume, che cercò un aiuto anche in un altro corso d'acqua, Arno, e solo l'intervento di Diana riuscì a salvare la povera ninfa.
La dea, infatti, la trasformò in pietra, per aiutarla a non essere portata via dalle correnti di Ombrone. E la pietra è proprio la “piccola isoletta” già incontrata.
Ancora oggi, in fondo al parco della Villa, proprio nei pressi del terribile fiume, si trova una statua che ritrae i due personaggi della storia, come ricordo ai visitatori di quanto solenne ed importante dovesse essere stato realizzare, per Lorenzo, una delle ragioni dell'attuale interesse turistico per Poggio a Caiano, tanto da ricamarci sopra un vero e proprio mito...
Immersi nel verde
La Villa Ambra è il risultato di un progetto risalente al 1470 ed è commissionata da Lorenzo de' Medici a Giuliano da Sangallo (da cui prende nome la via che si affaccia ad essa), architetto, quest'ultimo, che la storia riporta come l'unico capace di essere riuscito a tradurre ciò che Lorenzo intendeva realizzare.
Si trova sopraelevata rispetto all'area di Poggio a Caiano, una posizione che non è casuale, ma in linea con il pensiero del tempo; il Quattrocento, infatti, era il secolo dell'Umanesimo, periodo durante il quale l'uomo era concepito come un artefice dell'universo che lo circondava, un “demiurgo” al centro del mondo e un [Panoramica] artigiano del creato per rendere tutto meraviglioso e perfetto: Lorenzo credeva fortemente in tutto questo, e decise di mettere in pratica la sua capacità di demiurgo per plasmare la zona su cui sarebbe nata la sua prossima dimora.
Se osserviamo la lunetta dell'artista Utens (nell'immagine in basso), che ritrae l'edificio nel 1599, ci accorgiamo subito di un particolare: la Villa è circondata dal verde dei giardini, degli orti e del parco. Gli elementi naturali del luogo, perciò, sono stati rielaborati dalla mano dell'uomo, per essere ordinati secondo le sue volontà e per un fine estetico, come fossero un'immensa opera d'arte. Per questo la posizione della Villa, così in alto rispetto al resto del paese, era parte di qualcosa di più grandioso: ammirare le bellezze della Natura rimanendo immersi in essa.
Solo con i baluardi aggiunti successivamente questo effetto di forte legame tra Villa e natura è andato un po' smorzandosi, tanto da dare all’intera struttura le sembianze di una fortezza difensiva, almeno dall'esterno: Lorenzo de' Medici, infatti, giudicando il suo un tempo di pace, non considerò l'idea di fortificare la sua creazione...
Un luogo di riposo, ma non solo…
La realizzazione della Villa, pur seguendo le esigenze estetiche riportate poco fa, veniva incontro anche al bisogno di avere a disposizione una serie di edifici collegati tra loro, che avevano il fine di amministrare le diverse attività agricole svolte nei dintorni; una rete che includeva, oltre ai campi circostanti, anche le Scuderie Medicee e l’attuale parco delle Cascine a Tavola. [Scuderie] L’intera area comprata dai Medici, insomma, era una vera e propria zona professionale e di manodopera, oltre che di svago e benessere fisico.
Nelle vicinanze della Villa si trovavano gli alloggi dei servi di Lorenzo il Magnifico, sempre a] disposizione del loro signore; in questo modo il controllo sul lavoro era immediato, come pure le provvigioni che ne venivano ricavate.
Di particolare interesse pratico, a tal proposito, sono le due fontane fuori dalle mura medicee, ormai fuori uso da tempo; si trovano rispettivamente sul versante destro e su quello sinistro del colle su cui sorge la Villa, collegate alle mura e, fino a diversi anni fa, anche ad una rete idrica proveniente da Carmignano.
Il passato incontra il presente: la struttura
Giuliano da Sangallo, tra gli architetti più affermati del tempo nel nostro paese, riuscì, con la realizzazione della Villa, ad andare oltre la tradizionale dimora di campagna signorile; le geometrie regolari, le proporzioni armoniche, la linearità delle forme sono solo i particolari più evidenti per capire che dietro al progetto c'era un'idea estetica e ricercata ben più grande ed attuale, per i tempi che correvano.
Osservandolo dall'alto, l'edificio ha la forma di un'enorme “H”, al centro della quale non si trova un cortile, come volevano le architetture classiche, ma un salone, che comunica con le altre stanze della dimora.
L’idea veniva incontro al bisogno di un’illuminazione molto alta per quella stanza, vero cuore dell’intera dimora. Cionostante, i riferimenti all'arte greco-romana non possono mancare in un'opera commissionata da un cultore dell'antichità come Lorenzo il Magnifico. La struttura stessa che sostiene la Villa, chiamata “basis villae” (in basso a sinistra), rimanda a modelli classici come il tempio di Giove Axur a Terracina (in basso a destra); lo notiamo dagli archi a tutto sesto e dalla semplicità con cui sono stati realizzati, come fossero proprio degli archi dell’epoca romana.
Un occhio attento, comunque, noterà molti altri richiami del genere, come il frontone che sovrasta l’ingresso della Villa, un rimando molto esplicito all’arte greco-romana; si tratta di una facciata che trae ispirazione, proprio come la basis villae, dalle architetture dei templi (emblematiche sono le colonne in stile ionico che lo compongono). I soggetti stessi dell’opera riprendono in mano la tradizione mitologica romana.
Accorgimenti architettonici… al passo con i tempi!
Nonostante la realizzazione in gran parte quattrocentesca della Villa, emerge abbastanza chiaramente una particolarità nell’osservarla: è stata più volte “rivisitata”. Dopo la morte di Lorenzo il Magnifico, infatti, e il momentaneo arresto dei lavori per completarla (a causa dell’esilio temporaneo della famiglia Medici da Firenze), i progetti della dimora medicea sono stati ripresi in mano dal secondogenito di Lorenzo, il papa Leone X (altrimenti conosciuto come Giovanni di Lorenzo de' Medici), e affidati ad un altro architetto: Giuliano da Sangallo era ormai troppo anziano per seguire con attenzione i lavori. Il salone centrale della Villa (nell'immagine in basso), prima accennato, è stato realizzato sotto la commissione di Leone X stesso, e ad oggi rappresenta una delle tappe più suggestive da visitare; è anche una delle stanze più celebrative della famiglia Medici, simbolizzati nei diversi affreschi a tematica classica e nelle decorazioni che, imponenti, si estendono per tutta l’area (alla loro realizzazione presero parte artisti del calibro di Pontormo e Andrea del Sarto).
Anche l’orologio che sovrasta la facciata della Villa non era previsto nei disegni iniziali, ed è stato ideato durante il Seicento, mentre le due rampe di scale all’ingresso, forse uno degli accorgimenti più insoliti, sono datate intorno al 1800: una trovata dell’architetto Pasquale Poccianti, tra i principali “rivisitatori” dell’ormai ex dimora dei Medici.
Tutto questo non ha aiutato l’opera di Sangallo a mantenere una sua uniformità, non solo architettonica: perfino i giardini e le stanze non seguono uno stile ben definito. Tuttavia gli “accorgimenti” sparsi qua e là e i numerosi cambiamenti rappresentano ad oggi un’utile testimonianza per comprendere a chiare lettere il percorso storico che l’intera struttura ha affrontato negli anni, per capire che ruolo ha avuto lungo il corso del tempo…
I giardini
Una volta superate le mura difensive, la dimora di Lorenzo il Magnifico appare circondata dai suoi giardini, diversi tra loro e divisi in più sezioni. Secondo i progetti dell'ingegnere Giuseppe Manetti, durante i primi dell’Ottocento, avrebbero dovuto essere rielaborati secondo una fisionomia “all'inglese”, vale a dire alternando elementi naturali ad altri artificiali; tra questi doveva essere previsto un tempio alla dea Diana, ma le intenzioni dell’artista furono raggiunte parzialmente.
Per questo solo i giardini sul retro si presentano secondo quei progetti, tradotti in un parco in linea con le idee romantiche ottocentesche, interessate alla natura incontaminata e all’”evasione” in essa; là è possibile notare una facciata in stile gotico, nelle intenzioni una parte del tempio prima accennato, mentre in fondo al parco, nei pressi del fiume Ombrone, si trova l'omonima statua del corso fluviale, assieme alla ninfa Ambra: un piccolo promemoria del mito legato alla Villa.
I giardini a destra della dimora dei Medici, invece, dove si trova anche una limonaia (opera di Pocciante), hanno mantenuto le caratteristiche “all'italiana”, con una vasca centrale e diverse piante di limoni. Colpiscono i due enormi cedri che si trovano all'ingesso della Villa, non previsti inizialmente.
Bibliografia
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