Domani, sabato 23 febbraio, alle 17 Milo De Angelis, poeta, scrittore e critico letterario, sarà ospite del secondo appuntamento di “Autori di oggi, capolavori di ieri”, rassegna letteraria curata da Carla Lomi, giunta quest’anno alla sua quinta edizione riscuotendo, ogni volta, elevato successo di pubblico.
Una formula innovativa quella inaugurata dalla rassegna nata grazie alla collaborazione tra i Comuni di Carmignano e Poggio a Caiano: grandi autori del presente rileggono il classico che più hanno amato all’interno di cornici suggestive come le Ville Medicee del territorio.
Domani pomeriggio, alle 17, Milo De Angelis sarà ospite, infatti, della Villa Medicea di Poggio a Caiano. De Angelis ha scelto di rileggere un caposaldo della letteratura latina: il De Rerum Natura di Lucrezio “perché – spiega De Angelis - questo poema è nello stesso tempo antichissimo e contemporaneo. Ha il fascino di un mondo arcaico e il pathos drammatico della modernità. Da una parte ci sono blocchi possenti di immagini, macigni scagliati da un ciclope che rotolano nei burroni con un rimbombo cosmico. Dall’altra ci sono chiaroscuri sottili, increspati, ondeggianti e quasi novecenteschi, come i brani del quarto libro dove gli amanti si fronteggiano incerti e smarriti, incapaci di trovare il filo del loro desiderio: sembrano usciti dalle pagine di uno scrittore esistenzialista”.
Ad accompagnare il poeta l’attrice e fotografa Viviana Nicodemo che ha curato il docu-film dedicato alla vita e alla poetica di De Angelis dal titolo: “Sulla punta di una matita”. “Ho sempre amato il cinema- commenta l’autore di “Somiglianze” -che è l’arte a me più cara, dopo la poesia”. E a proposito del suo grande amore, la poesia, e del futuro di questo genere letterario aggiunge: “Finché esisterà l’alfabeto umano, la poesia avrà un ruolo decisivo, in quanto essa è l’esperienza più rigorosa della nostra parola, lo studio più vigile, strenuo e tagliente dei suoi significati”.
Tornando a domani De Angelis spiega così la scelta dell’opera di Lucrezio: “Di Lucrezio mi affascina tutto, compresa la sua vita di asceta isolato dal resto del mondo, una vita di cui non sappiamo quasi nulla. È un inflessibile solitario, e anche questo mi affascina. Lucrezio non appartiene al suo tempo e non dialoga con i vicini di casa: i suoi interlocutori sono i grandi maestri greci che, secoli prima, hanno dato inizio alla nostra civiltà e che in lui sembrano rinascere e trovare una nuova voce e un nuovo canto”.